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Sette storie di "ordinaria" crudeltà. Sette stazioni del dolore. Sette accordi noir a comporre una ipotetica rapsodia. Sinfonia stonata nel luogo delle contraddizioni: Napoli. Scoglio di sirene "sporco e malevestuto", terra di conquista e di sfruttamento, principato dell'illegalità dove "nìsciuno vaso è nu vaso d'ammore". Arturo, Titta, Clotilde, Fernando, Patrizia, i guaglioni di via Emilio Scaglione, il piccolo Merdillo, Mena, note stonate che raccontano un dolore crocifisso a lettere di fuoco sui sanpietrini di piazza Mercato, sulle facciate pericolanti dei palazzi di Via Duomo, sulle volte barocche delle chiese sconsacrate dei Tribunali e dell'Anticaglia. Un atto di dolore, un atto d'Amore. Un libro in cui la parola diventa grido colpevole e atroce di una città, matrigna e madre, amante e puttana, che non ha più voce.